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cresimare, se non si è cresimato - deve occuparsi lui di combinare il giorno e l’ora della cresima, in una chiesa, o in una cappella privata, da qualche monsignore: così che ogni regalo che si debba fare al clero, al chierico, al sagrestano, spetta assolutamente a lui; né il cresimando, né la sua famiglia vi debbono pensare. Organizzata, così, la festa mistica, il padrino di cresima va a prendere, in carrozza, in un bell’equipaggio, possibilmente, il fanciullo o il giovanetto che deve avere il Sacramento della Confermazione e gli porta un grosso cereo, di buona cera, a cui è annodato un bel nastro di raso bianco, con un ciuffo. La toilette del padrino deve esser secondo la sua condizione sociale: ma essa si aggirerà sempre fra il tight e la redingote, cappello duro nero o cappello a cilindro, guanti chiari, cravatta chiara. Si sa bene che il cresimando porta un vestito nuovo, alla mannaia o da ometto, a cui si aggiunge una fascia di raso bianco al braccio destro, con un bel ciuffo. In chiesa, in cappella, non vi è che da tener la mano destra sulla spalla del figlioccio inginocchiato. Come dono, bisogna cominciare dal dare un libro di messa o altro libro di religione, come la Imitazione di Cristo - il libro dei libri - o la Filotea, infine, un ricordo pio, di quella giornata, con una parola di dedica. Poi, vi è il dono profano, consistente, per un giovanetto, in un orologio d’argento con catena d’argento, o in una bottoniera d’oro, se è più grandicello, o in un lapis d’oro: o se non ama questi ornamenti, in un dono utile e dilettevole, una macchina fotografica, una scatola di compassi, un atlante. Nessun dono bisogna fare alla madre e ai parenti del figlioccio. Se ha casa, il padrino invita a pranzo il suo figlioccio: in nessun caso condur-

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