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II. Madrina di battesimo

In generale, è un uso sociale alquanto greve, se non è il padrino che ne assuma una parte, nel battesimo. Poiché, se non vi è padrino, la madrina di battesimo può essere più modesta nel fare il dono alla puerpera e al neonato, scegliendo un gioiello di meno costo, regalando al piccino o alla piccina qualche cosa di più semplice, ma deve fare le medesime spese che farebbe lui, per la carrozza, per il parroco, per il sacrestano, e pel chierico: deve fare gli stessi doni di danaro alla levatrice, alla nutrice, alla servitù: portare confetti, se si usa, e via via. Se vi è il padrino, che s’incarica di tutto questo, allora la madrina è tenuta semplicemente al dono verso la puerpera, che non deve essere mai di grande valore, il dono verso il bimbo o la bimba, il solito dono di un oggetto di argento, bicchiere, o tazza, o posata, e una mancia modesta alle persone di casa, di accordo col proprio stato e con la condizione della casa ove si celebra il battesimo. Per lo più, la madrina va alla chiesa in toilette ricca, di seta, di broccato, di velluto; mai vestita di nero, con un cappello chiaro e con qualche gioiello, addosso, per onorare il piccolo cristiano. Se è una signorina, si vestirà di chiaro, col suo migliore abito, e se la stagione lo permette, addirittura di bianco, guanti grigio perla, qualche gioiello. Alla chiesa, è sempre la madrina che sostiene sulle braccia il neonato, presso il Sacro Fonte: deve portare ima candela di cera, grossa, che si lascia, poi, alla chiesa: se è madre di famiglia, saprà di dover portare un po’ di zucchero in polvere, in una carta, per metterlo sulla boccuccia del neonato, che dopo il sale della sapienza, strilla per lo più, disperatamente. In carrozza,


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