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fossero divertiti, insomma, alla propria festa, sareb bero degni, 1 indomani, del pubblico disprezzo.

IV. Festa da ballo: il trattamento

Una delle cose più importanti, in una festa da ballo, è la questione del trattamento. Perché esso sia completo, lauto, sontuoso, deve constare di tre parti: di rinfreschi, cioè gelati e gramolate, che si servono in giro, dai camerieri, e che, in un ballo, debbono apparire da due a tre volte; di una table à thè, aperta dal principio del ballo: di una cena, che si apre solo verso l’una del mattino. La table à thè, non renforcée, poiché è inutile di rinforzarla, quando vi è la cena, è composta di caffè, caffè e latte, thè e cognac, limonata in bottiglia, aranciata in bottiglia, paste, petit four, pastarelle, bonbons, fondants, marrons glacés, vini da dessert come Marsala, Moscato, Lunel, Frontignano, qualche buono e vero vino di Spagna, preferibilmente lo Xères de la Frontera, qualche buon liquore; tutto questo dato con larghezza, con profusione, specialmente a coloro che non ballano e che sono, naturalmente, i devastatori più accaniti delle table à the e che quanto è paste, dolci, babas, gàteaux, pastorelle sia scelto dal padron di casa stesso, da un pasticciere di prim’ordine, perché la golosità e la raffinatezza nulla trovino a ridire, su questa table à thè. La sala della cena si apre all’una; e la grande sontuosità ammette il servizio per piccole tavole di quattro, di sei, di otto persone, in cui si può spiegare un lusso altissimo, cominciando dall’argenteria, dai cristalli, dai fiori, terminando alla folla di camerieri e servitori, che fanno il servizio. Costoro deb-

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