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cipe o duca che sia, attende i sovrani o i principi del sangue, ai piedi dello scalone: vale a dire che ha combinato un sistema di avvisi e di staffette, per cui scende ai piedi delle scale, giusto cinque minuti prima che arrivino i sovrani o i principi del sangue. La padrona di casa aspetta nell’anticamera. Ricordarsi che ovunque entrano i sovrani o i principi del sangue, diventano essi, immediatamente, i padroni eh casa, e costoro i loro invitati, tenendo il secondo posto dappertutto, nei saloni, nella quadriglia di onore, alla cena, dovunque. Nei balli, ove non sono sovrani o principi del sangue, i padroni di casa restano nella seconda anticamera almeno dalle dieci alle dodici: coloro che arrivano dopo mezzanotte, non meritano di essere attesi particolarmente. In un ballo grande, i padroni di casa, dopo la mezzanotte, specialmente, non finiscono di occuparsi dei loro invitati: debbono restare in piedi, nei saloni, passare di gruppo in gruppo, dire una parola alle persone solitarie, fare delle presentazioni richieste, invitare qualche persona più autorevole a passare alla tahle à thè: talvolta, per atto di familiare cortesia, prendere un sorbetto dal vassoio che il cameriere porta in giro e darlo a un’amica, a un amico. Tutto questo, senza aver l’aria di pesare sui proprii invitati, non disturbandoli quando si vedono bene occupati, a chiacchierare gaiamente, a flirtare, a ballare, a cenare: farsi dimenticare, infine. Ricordarsi, i padroni di casa, in una grande festa, che l’arte sublime della ospitalità, deve essere esercitata con un tatto sublime: e che la propria personalità non esiste, dalle nove della sera, alle sei del mattino. I padroni di casa, che non si sentissero le gambe infrante, la testa piena di ronzìi e pesante, che avessero bene cenato, che si


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