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mica, con bicchieri finissimi ma semplici: anche l’argenteria può essere più carina che pomposa: e i fiori freschi, messi graziosamente alla rinfusa, non debbono aver nulla di troppo approntato. Anche la minuta di una colazione deve avere lo stesso tono: vale a dire non bisogna caricarla di pietanze troppo saporite, le quali piacciono, sì, ma conducono gli invitati a doversi ritirare in casa, per digerirle. Una colazione può cominciare con un leggero antipasto, cioè crostini di caviale e burro, su pane nero, crostini di foie gras su pane bianco e un piatto di bel prosciutto, cotto o crudo: poi, viene un piatto di uova o di pesce, sempre piuttosto leggiero, e, subito dopo, un piatto più importante, diciamo così, il solo importante della colazione, cioè di carne o di pollo: finire con un dolce di cucina e delle magnifiche frutta. Due vini, solamente: uno rosso, da pasto, e del marsala, o del malaga alla fine. Se la colazione ha un fondo di serietà, per la qualità degli invitati, la minuta diventa dinatoire: cioè si unisce all’arrosto una insalata russa, si offre del buon formaggio, cosa rara, oramai, si dà un gelato con biscotti, invece del lieve dolce di cucina, si danno dei bonbons dopo la frutta. Mai champagne, a colazione, salvo che si debba celebrare qualche avvenimento familiare, qualche cosa che sia un premio, una medaglia, una decorazione: se no, mai champagne. Del buon caffè servito presto presto: e un solo liquore, di quelli che permettono, dopo colazione, di badare ai propri affari. È sempre molto carino mettere qualche fiore accanto ai posti delle signore, perché possano portarli via. Curare molto il pane, l’antipasto, le frutta, i dettagli, infine. Il dettaglio è tutto, a colazione e a pranzo!


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