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come regolarti avendo una udienza dalla Regina, se non sai come vestirti, andando a un pranzo di mezza cerimonia, in estate, il modestissimo mio libro te lo dirà, non come un sermone, non come un ammonimento, amico lettore, ma nella forma più amabile e più cordiale della conversazione con un amico.

E, forse, un maligno - vi è sempre un maligno, un po’ dappertutto - potrebbe osservare che io, amico lettore, metto cattedra di saper vivere, mentre nessuno me ne ha elargito il diploma. Chi sa! Io lo ho, forse, questo malinconico diploma. Malinconico, dico, poiché esso mi viene dall’età che, amico lettore, è molto maggiore della tua: poiché mi viene dai costanti e lunghi viaggi, in paesi ove si sa vivere perfettamente: poiché mi viene dai costanti e lunghi contatti con una società cosmopolita che, non avesse altro merito, sa vivere: e tutto ciò significa esperienza, ed esperienza, talvolta, quasi sempre, vuol dire malinconia. Un ignorante è sempre un ingenuo: e un ingenuo è sempre una persona gaia. Ma non proseguiamo più oltre quest’analisi psicologica: essa condurrebbe ad osservazioni anche più amare. Che il maligno si rassicuri e sia contento: tutti i diplomi hanno un fondo di tristezza e contro il legno delle cattedre, palpita quasi sempre un cuore deluso. Così non sia di te, amico lettore, quando tu sia giunto alla fine delle mie pagine: possa tu ritrovarvi, ogni volta che tu voglia consultarlo, la parola giusta e sincera che ti guidi in una piccola difficoltà della tua vita, possa tu leggere, nelle sue righe, il motto schietto e preciso, a cui si leghi un tuo pensiero e un tuo atto: e che, almeno, il malinconico maestro di saper vivere, a cui la piccola scienza costò degli anni e delle fatiche, senta che le sue parole abbiano efficacia di bene!