Il corpo di San Gennaro anche subì lunghe traversie: oltrepassò i confini di Napoli, conobbe le pianure beneventane e i contrafforti dell’Appennino irpino. Nel secolo V, già abbiamo ricordato, il capo fu staccato dal busto per opera del vescovo Giovanni I, nelle Catacombe. Nell’817 anche il corpo venne rapito al suo antico sepolcro, alle falde dei Colli Aminei. La storia di questa traslazione fu scritta, in quell’anno stesso, da un anonimo, forse chierico o canonico di Benevento, che afferma essere stato presente a quanto asserisce. Nell’anno 817 Sicone, duca di Benevento, assediava Napoli. Sicone, successore di Grimaldo, era guerriero valoroso, ma ambiziosissimo e turbolento. Napoli si difendeva con tenacia e Sicone disperava di conquistarla. Egli, allora, pensò di prendersi una rivincita, rubandole il corpo del suo Santo. Nella storia non è nuovo l’episodio di guerrieri che, non potendo soggiogare una città, le rapirono il corpo del martire. Ciò si narra di Astolfo, re dei Longobardi, che fece lo