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accompagnò al capo, nella traslazione alla Cattedrale. Le reliquie furono tutte conservate in una nicchia, sotto l’altare, e la nicchia non fu più aperta sino alla edificazione dell’odierna cattedrale, compita da Carlo II d’Angiò, nel decimoquarto secolo.

Nel decimoquarto secolo, dunque, altro passaggio.

Per l’edificazione della grande Cattedrale l’antico oratorio dovette essere abbattuto: l’urna fu presa, aperta, e poi collocata nella torre a sinistra di chi entra nella chiesa, cioè nella cappella detta oggi della Congregazione dei Neri. In tale occasione cominciarono a comparire le ampolle, e fu per esse costruita la teca: pure allora il teschio fu incluso nell’imbusto argenteo fatto lavorare da Carlo II. In questa sede provvisoria le reliquie di San Gennaro restarono però tre secoli. Intanto i Napoletani gareggiavano sempre più nell’abbellirla. Si racconta che donna Maria di Toledo fece voto di ornarla tutta a sue spese, se il marito, il vicerè Ferrante