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48 San Gennaro

devano: continuava, sotto il gran sole pagano, la persecuzione omicida: la terra si bagnava di altro sangue. Era la grande furia mortale che s’abbatteva, travolgendo nella sua rovina tutti con sè stessa, verso l’abisso: era la grande ora di trionfo per le genti che dovevano, con i sacrifizii, fare più bella la loro fede.

Ma tramontò, finalmente, un gran giorno, la stagione della Morte. Si levò, finalmente, un buon sole su la terra, gli uomini non furono più pallidi e le anime trepide. Nelle case entrò un soffio nuovo di pace: le prigioni si spopolarono: non fu più delitto credere nel Signor vero. Tutto questo avvenne dopo molti anni, ma non troppi che Cosma, vescovo di Napoli, il quale aveva assistito San Gennaro morente, non fosse ancor vivo. Avvenne all’epoca di Costantino, l’imperatore che vide nel cielo azzurro limpido fiammeggiare la croce, e in quel segno vinse. Fu concesso, allora, di trasportare a Napoli il prezioso corpo di San Gennaro. I Napole-