belve, tanto i cristiani detenuti, da tempo, colà, come quelli che egli aveva trascinati da Nola. Gennaro, piangendo di commozione, baciò le mani, i polsi lividi, la fronte esangue di Sossio, dove aveva visto la lingua di fuoco ed esclamò: " Son venuto a morire, qui, perchè il pastore non si deve dividere dal suo gregge, né il gregge dal pastore ". Nell'anfiteatro di Pozzuoli, le belve che dovevano sbranare i sette cristiani, a un segno di croce di San Gennaro, si calmarono e lambirono i piedi dei condannati a morte: ciò produsse una profonda impressione nel popolo e si convertirono, a quello spettacolo miracoloso, cinquemila pagani. Furibondo, Timoteo ordinò che i sette cristiani fossero decapitati, alla Solfatara: dato l'ordine crudele, per un'ora, egli perdette la vista: e la recuperò, per le preghiere di Gennaro. Ma egli mantenne l'ordine della decapitazione. Gennario, Sossio, Procolo, Eutichete, Acuzio, Festo e Desiderio furono trasportati alla Solfatara, per subire l'estremo supplizio: mentre