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dell'imperatore in Campania, si vantava, rìdendo crudelmente, di averne rìempito degli intierì cimiterì. E a ogni passo che dava Gennaro, vescovo di Benevento, per visitare le chiese della sua diocesi, per raffermare gli animi vacillanti, per rìanimare tutti i deboli, tutti i timidi, a ogni passo, i più fierì perìcoli lo minacciavano. Egli sentiva il soffio del martirìo, intorno alla sua testa: ma vi camminava, fermo e sereno. Visitò in quel tempo, Cosmo, vescovo di Napoli: e, subito dopo, si recò a Miseno, presso Sossio, che era uno dei più nobili e più efficaci apostoli della religione crìstiana, la cui parola di fiamma vinceva tutte le anime. Fraternamente, Gennaro volle officiare all'altare, con Sossio: e vide balenare, intorno alla testa china nell'orazione, di Sossio, un'aureola luminosa. E il pastore cristiano di Benevento, prendendo come lieto e alto augurìo di martirìo quella luce, baciò sulla fronte il diacono; che doveva soffrire e morire per Gesù Crìsto.

Fu subito. Sossio fu additato al procon-