|
La leggenda di San ennaro |
25 |
tero. La visione sparì dagli occhi estatici di Gennaro: ma, per qualche tempo, il suo senso gli fu oscuro. A un tratto, una voce parlò in lui e tutto gli fu noto: egli doveva offrire a Dio i gigli della castità, le violette dell'episcopato e le rose rosse del martirio. Così, il suo ascetismo toccò le cime della esaltazione; egli dormì per terra; passò delle notti in orazioni e dei giorni di digiuno; il suo capo, nel poco sonno, si appoggiava a un macigno. Tutto ciò turbò profondamente la sua salute; la sua testa era trafitta da dolori acutissimi e una notte che egli atrocemente soffriva, raccomandandosi alla Madonna, costei posò la sua mano sulla testa ed egli guarì subito. Appena potette esser ammesso, egli entrò a far parte degli ordini religiosi di allora, molto primordiali; e subito ascese di carica in carica. Intanto, quindicenne ancora, egli mutò in un ospedale d'infermi il suo palazzo magnatizio che sorgeva nella vecchia Napoli, dirimpetto al tempio pagano di Castore e Polluce, in quella via