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piccolo romanzo 53


— Oh, cattiva! — mormorò lui puerilmente.

— Non si è mai abbastanza cattivi — rispose lei, sempre profondamente.

Tacquero. Egli la guardava, preso nelle profondità smeraldine degli occhi.

— Chi vi ha dato queste rose, Francesco?

— Qualcuno...

— Chi? — ribattè lei, imperiosamente.

— Donna Lucrezia Savella.

— Sono dunque i fiori della follia?

— Sono i miei fiori, Maria.

— Voi siete assai savio, Francesco, così savio che mi fate orrore.

— Che dovrei fare? — chiese lui, girando attorno lo sguardo smarrito. — Volete che muoia?

— Breve follia — diss’ella, seccamente.

— Si può morire così a lungo... — osservò egli, malinconicamente.

— Tutti muoiono — diss’ella, duramente.

— Trovate una follia, trovatela — disse don Francesco, supplichevole.

Ella scosse il capo: e, incrociando le mani, le alzò dietro la nuca: le lunghe maniche ricaddero sulla poltrona: e si dondolava, tutta bianca, con gli occhi smeraldini, col viso duro e chiuso.