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piccolo romanzo | 45 |
«Restate sereno. Ognuno, attraverso il tempo, attraverso le cose, ha la sua parte, talvolta, semplice, talvolta bizzarra, talvolta inconscia. Che sapete voi, del male che fate? Voi non misurate, perchè vi manca la nozione dell’amore, e ve ne manca la misura. Il solco che scavate, vi sfugge. Dite le parole di amore, così, come il dilettante canta a orecchio, perchè avete una bella voce, perchè la musica delle parole amorose fa in voi stesso un gran diletto, perchè vi piace ingannare, senza sapere il pericolo dell’inganno, perchè voi stesso siete forse in buona fede, credendo di amare. Restate sereno. Io muoio, perchè troppo alto era il mio semplice e puro ideale. Io voleva essere amata: ciò che è dato all’ultima donna della terra non mi è stato concesso. Vi rammentate? In casa Sutri, mi avete parlato di Siebel che non potea toccare un fiore, senza farlo appassire; mi avete parlato di Faust, ma Faust amava Margherita; voi siete dunque Mefistofele, lo spirito che non può amare. E io devo morire. — Margherita.»
Don Francesco, quietamente, ripiegò i foglietti sottili, lievissimi, dove miss Daisy aveva scritto le sue ultime parole, rimise i foglietti nella busta e la busta sul tavolino. Le due let-