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piccolo romanzo | 41 |
l’amore! Ma, come Guido Arezzo, neppur voi mi amavate, l’ho subito visto, l’ho sempre visto.
«Eppure, come la parola vostra era soave, quando dicevate di amarmi, Francesco! Vi rammentate, questo inverno? Dopo il ballo di casa Sutri, il giorno seguente, alle tre, veniste a casa mia così, liberamente, senz’avvertire e senza chiedere il permesso, poichè sapevate che le fanciulle inglesi ricevono liberamente qualunque giovinotto. Io leggevo nel grande hall, innanzi all’immenso camminetto, dove ardeva un gran fuoco: ma fuori, nelle vie, e penetrante dalle finestre larghe nell’hall, vi era ancora il sole. Leggevo il Tennyson, vi rammentate, il poeta dei pallidi e gracili amori: Tennyson, che voi non intendete. Mi faceste leggere qualche strofa ed io obbedii; poichè quello che voi volete, io voglio: ma non ascoltavate e tacqui. Voi eravate perduto nel silenzio, nei sogni. Infine mi diceste che bisognava leggere Goethe, leggere il Faust, il Faust dove è passata l’orma di uno spirito quasi divino; che solo Faust era il poema dell’amore, che solo Margherita aveva saputo amare.
«— Ma Faust amava Margherita — ho detto io.