nascoste fibre spirituali, che dovrebbe essere la base della nostra educazione. La religione è bella: ma voi, forse, non credete. Infine, essa ha rasciugato le mie lagrime, quella notte, e questa. Io sono calma. Ma anche nell’ora della freddezza, quando io guardo glacialmente il mio avvenire, come se fosse quello di un’altra, anche quando tutto è deciso, io vi dico: Francesco, non venite mai più per la mia strada. Non potrei incontrarvi, senza seguirvi, poichè questo è il mio destino, questa è la mia fatalità. Scomparite per me. Non ho la virtù di mia madre. Ella non volle e non seppe peccare: io, peccherei. Vedete che confessione atroce fa qui una ragazza, che oggi deve maritarsi? Pensate che scandalo, se qualcuno lo sapesse! Ma il silenzio e il riserbo e la compostezza e la freddezza a cui siamo obbligate, noi ragazze - nè, forse, potrebb’essere diversamente - ci isolano, e avendo l’apparenza di gentili bambole indifferenti, insensibili, noi viviamo, profondamente, una vita interiore, tumultuosa, spesso, che ci esalta. Chi supporrebbe in donna Clara di Nerola, così piena di sorriso, di serenità, di giovinezza, che sposa così volentieri il vecchio principe di Schillingfurst, chi supporrebbe in questa ragazza bella