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piccolo romanzo | 27 |
tazione; se ella mia madre, non amando di amore il marito, amando e vedendo ogni giorno l’uomo del suo amore, aveva resistito. Questo ho osato di chiedere a mia madre, guardandola negli occhi, per strapparle la verità. Ella ha guardato la Madonna della Seggiola e solennemente, semplicemente, mi ha detto.
— Va in pace, figliuola. Io non ho peccato: tu non peccherai.
«Ma voi non verrete mai nè a Parigi, nè a Nizza, nè a Schillingfurst, nè altrove, Francesco: voi non verrete mai, dove io sono, ve ne prego, ve ne scongiuro.»
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«Ripiglio in questo punto la lettera. Narrandovi in questo punto la scena strana e appassionata, fra me e mia madre, una profonda emozione mi ha vinta, come se ancora, innanzi alla disperazione della figliuola una buona mamma adorata facesse la suprema fra le confessioni. Ho dovuto alzarmi e vincere, passeggiando, pregando, l’impeto dei singhiozzi. A noi, fanciulle nobili, la religione è insegnata molto, ma come un dovere, o come una delle tante frivole nostre occupazioni: mentre è una cosa così dolce e così solenne, nel medesimo tempo, così intima, così diretta alle