Pagina:Matilde Serao Piccolo romanzo.djvu/29


piccolo romanzo 25

monio, il mio amore per voi: che sarei stata una cattiva moglie, per il povero vecchio che mi affidava la sua pace e il suo onore, che rivedendovi, a Roma, a Parigi, a Schillingfurst, in viaggio, in un ballo, dovunque, voi non avreste avuto che a guardarmi, che a dirmi una parola, perchè io vi seguissi dovunque: che per amor di Dio, ella non esponesse la sua creatura a questa pericolo, a questo disonore. Povera mamma! Le mie parole l’hanno confusa tanto, che poco mancò non mi svenisse fra le braccia: e infine, dopo aver molto esitato, con la voce più grave, con l’accento più profondo, ella mi fece la sua confessione. Ella, per darmi la forza, per darmi il coraggio, per farmi sposare serenamente il vecchio principe tedesco, mi disse che anche lei, donna Olimpia, era entrata nel matrimonio, portando nel cuore una passione per un altro uomo. Anche lei si era disperata, dovendo sposare mio padre, anche lei aveva voluto morire: ma di questo matrimonio, non era morta. Ella non era partita da Roma, dove abitava l’uomo che ella amava e che non aveva potuto sposare: ella era stata obbligata a incontrarlo sempre, dovunque, di vedere dappertutto quegli occhi fatali, di sentire sempre alle sue spalle quella