Pagina:Matilde Serao Piccolo romanzo.djvu/27


piccolo romanzo 23

se mi amavate, se mi volevate sposare. Che le potevo dire, Francesco? Io non so nulla di voi, del vostro cuore, della vostra volontà: quanto accade in voi, mi sfugge. Quando, talvolta, mi avete detto che mi volevate bene, la vostra voce era assai tenera; ma i vostri occhi così glaciali! Tre volte mi avete detto che mi volevate bene: una sera, al teatro Valle, mentre recitavano, sul palcoscenico, la commedia degli Innamorati di Goldoni: un giorno, a villa Pamphily, quando ebbi paura di quel cavallo che pascolava libero, nel prato: e una sera, a quell’Oratorio di Haydn, mentre la divina musica turbava i cuori. Tre volte, di nascosto, ma innanzi a tutti: e io dovetti celare il mio turbamento, io non potetti rispondervi, io non potetti interrogarvi di nuovo, e sapere di più, sapere più profondamente: io me ne andai, portandomi via il mio segreto, un segreto vago che mi riempiva di confusione, che mi faceva fremere. Che poteva io rispondere a mia madre? Mentivate o dicevate il vero, in quelle ore? Io non potetti mai accertarmene, o non volli: io mi contentai di quello che mi avevate detto, per amarvi ancora, a sempre vi avrei amato, anche se non mi aveste detto niente, poichè è il mio destino di volervi be-