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18 | matilde serao |
andarono, muti, uniti dalla lieve catena del braccio, ma così uniti, così uniti che nulla parea potesse mai mai dividerli.
Le due fanciulle si guardarono in viso — e si trovarono egualmente, mortalmente pallide.
II.
Mentre don Francesco, sdraiato sopra un lungo e largo divano della sua stanza da toletta, fumava una sigaretta, le tre lettere giacevano accanto a lui, sopra un vassoino di argento, sopra un tavolinetto di lacca. Due lettere erano grosse, voluminose, suggellate: la terza era un semplicissimo e piccolissimo biglietto da visita, chiuso frettolosamente in una busta. Don Francesco guardava le tre lettere, con l’occhio indolente e stanco, e ritornava alla sua sigaretta, crollando il capo, come se si volesse staccare da tutte le noie umane. Per un momento, prese il piccolo biglietto da visita, chiuso nella busta e lo guardò, esitando: cercò financo di leggerlo, senz’aprirlo. Ma non vi arrivò, posò la letterina di nuovo, cercò di riaddormentarsi, in quel torpore dolce della volontà, che era il suo stato abituale. Pure le tre lettere erano lì, immobili, ma quasi vive,