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palco borghese 89


tutto è scordato, il cartellino rosso è giunto: terza fila, un po’ in alto; numero due, un po’ di fianco ma che importa? si va: tanto basta!

Quel giorno la casa è sossopra, tutto va di traverso, regna la confusione; le fanciulle sono in gonnellino corto, i capelli ravvolti nelle cartine; sui letti fanno bella mostra gli abiti spiegati, i fiori, i guanti, i fazzoletti, le mantelline; i consueti lavori sono abbandonati; è cambiata l’ora del pranzo; non si dorme nel pomeriggio, il negozio si chiude più presto: don Giovanbattista dice ai suoi clienti, spicciandoli in fretta: Scusate, ma stassera vado a teatro, con la famiglia. I tre giovanotti passano un’ora nel salon de coiffure per farsi radere, pettinare ed arricciare. Si appressa lentamente l’ora; le fanciulle litigano fra loro: l’una trova brutta l’altra, la terza ha bisogno di spille, la cugina corre di qua e di là prestando il suo aiuto, rendendosi utile; le vecchie brontolano, ma non troppo; la bambina piange, perchè ha un ventaglio rotto di sei soldi e la sorellina più grande ha confiscato quello bello che le regalò la matrigna; infine, dopo molto chiasso, circa tre ore prima della rappresentazione, ma sempre con paura di far tardi, tutti sono pronti; le giovinette danno una occhiatina allo specchio, don Giovanbattista