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casa nuova 79


dolci parole mormorate all’orecchio. E quando vi fu quella grande, grande disillusione, la pace del piccolo scrittoio ha calmata l’asprezza della ferita. Dio, quante memorie! che fiotto di ricordi!

La prova che il passato ha esistito bisogna abbandonarla, bisogna dimenticare; e perchè anche l’ultimo profilo delle memorie si cancelli, bisogna lasciare il fedele testimonio della vita trascorsa. Staccarsi da tutto, annullare, fare il vuoto. È uno spasimo acuto. Si vagola per le camere, sogguardando lungamente, quasi a volersi imprimere nella mente ogni linea; non si va più fuori, quasi a prolungare i momenti della permanenza; non si scambiano che brevi frasi; le fanciulle sono malinconiche; i vecchi parenti si fanno pensosi. Il giorno della partenza viene: i volti sono pallidi e scomposti, si va e si viene senza far nulla, quasi per distrarsi; si resta seduti sopra un baule a guardare tristamente i mobili che se ne vanno; la casa è piena di persone estranee, di facchini ruvidi, di voci irose; la casa è profanata, manomessa, sembra una chiesa dove sia passata un’orda di cosacchi. I mobili se ne vanno, se ne vanno, e si è ancora