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— Conosco troppo Guido.

Le due risposte erano scattate rapidissime. Giorgianni ne fu soddisfatto.

— Questa camera da letto è una meraviglia, — egli riprese, — e i colori formano una dolce armonia. Tutto questo bianco e grigio carezza l’occhio.

Egli girava per la camera, come se cercasse qualche oggetto mancante. Infine chiamò la figlia che era rimasta sulla soglia.

— Emma?

— Papà?

— Dove sta il ritratto della mamma? Non lo veggo.

Essa restò tutta confusa, senza saper rispondere.

— Fummo in Brianza, — disse Guido, — e di là non son giunte ancora tutte le nostre robe.

— Quel ritratto avrebbe dovuto giungere prima di tutto. Non importa; Emma non può aver dimenticata sua madre. Che donna, che donna, Guido mio! Peccato che non l’abbia conosciuta! Quando essa se ne volle andare, poveretta, si fece promettere che tutto avrei sacrificato per la felicità di Emma: e così anche lei ha contribuito al vostro matrimonio. Quando Emma venne a dirmi: «Papà, senza Guido io sarò sempre in-