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vaga ma persistente, che quella scena così rappresentata non dovesse creare fra loro qualche cosa di nuovo, d’inatteso.

Per le scale, mentre il signor Giorgianni saliva avanti, Emma rivolse un’occhiata desolante al marito, occhiata che significava:

— Come la dureremo fino a stasera?

E quegli di rimando, uno sguardo espressivo:

— Aiutiamoci, che il destino ci aiuterà.

E via di questo passo. Ma in casa i pericoli raddoppiavano. Il Giorgianni pareva ci si dilettasse a porre su discorsi pieni di rischi, a rivolgere domande ingenue che turbavano chi doveva rispondere; povero e buon padre che amava tanto i suoi figliuoli!

— Sì, — riprese egli, dopo aver posato la sua tazza. — sono lietissimo di questa mezza giornata trascorsa con voi. Vedi, Emma mia, le lettere sono una bella cosa per chi sta lontano, ma io preferisco le visite, anche di poche ore. Tu, figliuola, stai bene: anzi sei divenuta più bella, più elegante. Non è vero Guido?

— È quello che le dico sempre, — rispose Guido, sorridendo.

— E lo scrive anche a me! Oh! per questo, figliuola, ti posso assicurare che Guido nelle sue lettere non sa far altro che parlarmi di te; si