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un intervento | 59 |
voce le tremasse, gli annunziò che si sarebbero divisi senza strepiti, senza scene. Egli strabiliò, per la sorpresa; volle reagire, sorridere, prenderla con lo scherzo, attenuare la sua colpa; ma la moglie gli rispose con sì fiere e severe parole, che egli dovette tacere. Gli pareva ridicolo continuare a giustificarsi, accettò tutte le condizioni da lei impostegli e la lasciò andar via; la giudicò una donna superba e disamorata. Cercò distrarsi, come ho detto, negli affari, nella politica, negli amoretti; assunse un contegno franco, fece il trascurato e lo scettico; ma, solo in compagnia della sua coscienza, sentiva che la sua vita era infranta e rovinata.
Rivide la moglie due o tre volte, di lontano: si salutarono come due persone che appena si conoscono, l’uno non cercava mai dell’altro; del resto essa faceva una vita molto solitaria, non frequentando mai i teatri e le feste, mentre egli si gittava a capofitto nei rumorosi divertimenti. Si trovarono d’accordo in un solo punto: scrivere al padre come se nulla fosse stato; vale a dire notizie stereotipate. Per esempio Guido scriveva: «Emma sta bene, credo che vi abbia scritto; vi saluta tanto, abbraccia sua zia.» Ed Emma: «Guido sta benissimo, è molto occupato, non potrà accompagnarmi ai bagni.» Così reg-