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in fondo egli era una bravissima persona ed aveva esitato perchè gli doleva di allontanarsi dalla figliola. Pure, temendo di vedersela ammalare, disse di sì. I due sposi, schiettamente felici, si adorarono per tre anni di seguito. Non dico che mancassero fra loro le questioncelle, le gelosie, sovratutto da parte di Emma. Essa aveva un carattere estremo, orgoglioso, irruente, non sapeva amare o odiare a mezzo; invece Guido le si opponeva con quella tinta di freddezza, con quel sorrisetto menomatore ed ironico dei caratteri medii. A volte si urtavano vivamente, ma la pace era sempre più bella.

Un giorno, non so come, Guido ritrovò una antica fiamma; si rividero, ricordarono, ci corse un biglietto ed un convegno. Guido vi si lasciò trascinare più per debolezza che per trasporto; più di tutto si vergognava della figura di collegiale. Come lo seppe Emma? Fu un servo imprudente, un’amica zelante, una lettera smarrita? Non si sa, ma fu per certo una prova lampante: perchè tutto l’amore cieco ed ardente che sentiva per suo marito, le si convertì in un freddo disprezzo. Non trovò per lui una scusa, si sentiva ferita a morte nell’affetto e nel suo orgoglio di donna felice. Fece venire suo marito, e con una calma meravigliosa, senza che mai la