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un intervento | 57 |
II.
Mi è d’uopo confessare, che malgrado la stranezza degli avvenimenti, malgrado i dubbi del domani, in quella casa, per quella notte non ci furono insonnie, nè guanciali bagnati di lagrime. Emma era persuasa che la commediola da rappresentarsi non avrebbe cangiato nulla all’avvenire, e Guido aveva dal canto suo la medesima persuasione; si conoscevano troppo bene e sapevano che nulla, nulla poteva più riunirli. Emma, entrando nella sua antica camera, pensò di essere all’albergo; e Guido nella sua si addormentò dopo tre pagine di Herbert Spencer (non intendo calunniare il filosofo, ma il mio eroe aveva sonno).
Era vero, nulla poteva più riunirli. Per maritarsi avevano commesso mille stranezze: Guido era corso dietro ad Emma da Firenze sino a Napoli, aveva passate le notti sotto le sue finestre; Emma gli scriveva ogni giorno una lettera di otto foglietti e stava tutta la notte sul balcone. Il padre di lei, un po’ di buona voglia, un po’ per forza, finì per consentire, come consentono tutti i papà di questo mondo. In fondo,