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46 | matilde serao |
il pretesto si sarebbe offerto da sè: la misericordia divina è grande. Aggiustati quindi i suoi affari pubblici ed intimi Guido rientrava per dormirsela un’oretta, come il grande Napoleone alla vigilia di una battaglia.
Ma Giuseppe, un servitore vecchio e fedele, come se ne trovano ancora pochi, Giuseppe rimaneva in posizione rispettosa davanti al padrone, sul suo volto si leggeva il desiderio di dire qualche cosa.
— Ebbene? — chiese Guido, che se ne era accorto.
— Chieggo scusa al signor padrone... volevo dire....
— Purchè tu lo dica presto.
— Il signor padrone ricorda che giorno è questo?
— No, Giuseppe, no.
— Oggi è il suo compleanno...
— Ah! fece soltanto Guido, la cui fronte si rannuvolò.
— Altre volte... ai tempi di qualcun altro.... in questo giorno, eran fiori dappertutto...
— Erano, non ci sono più! — osservò Guido con una leggera mestizia.
— Ci sono, ci sono — disse il vecchio servo smascherando un grosso mazzo di fiori che troneggiava sopra una mensola.