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il trionfo di lulù 35

Ed intorno avvenivano strano fatti. Roberto non più sereno ed ilare come per solito, ma pensoso, pallido e turbato. Parlava breve e distratto: molte cose cui prima si interessava, sembrava fossero divenute indifferenti: a volte, con grande sforzo giungeva a dominarsi ed a ritornare quel di prima, ma per poco. Abitudine a dissimulare, non ne aveva neanche mai avuta e ci riusciva male: la passione, l’interno cruccio gli si rivelavano dagli occhi.

Era venuta fuori un’altra Sofia; cioè una Sofia inquieta e nervosa, che a volte abbracciava con effusione la sorella, a volte rimaneva ore senza vederla, anzi fuggendola. Fugaci rossori le passavano sul viso, rossori di febbre; negli occhi le si accendeva una fiamma; la voce ora profonda e commossa, ora stridula e secca; le labbra spesso tremanti; le mani agitate da un’impercettibile tremolìo. La notte non dormiva: Lulù si alzava a piedi nudi, andava ad origliare presso la porta e sentiva che Sofia si agitava e piangeva. Richiesta, Sofia rispondeva non aver nulla, essere sempre la medesima.

Quando Roberto e Sofia si trovavano insieme - ed avveniva quasi ogni giorno — allora si chiariva di più il loro cambiamento. Parole rade, risposte o troppo pronte o troppo vaghe,