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— Io sono venuto perchè al mio circolo non siamo stati in numero legale — disse dopo, come se volesse scusare la sua presenza.

— Lulù non vi attendeva.... Mi dispiace...

— Oh! non importa! — interruppe Roberto.

La interruzione era troppo rapida, e quindi poco lusinghiera per l’assente.

— E voi — riprese egli — non siete andata?

— No.... sapete che non amo molto il ballo.

— Preferite la lettura?

— Sì, molto.

— Non temete che vi faccia male?

— Ho buoni occhi — rispose Sofia, alzandoli in viso al suo interlocutore.

— E belli — disse fra sé Roberto — ma senza espressione, — e ad alta voce: Volevo dire...

— Male morale forse? Non lo credo: dai libri che leggo, mi venne sempre una grande pace.

— Avete bisogno di pace?

— Tutti ne abbiamo bisogno.

La voce di Sofìa era grave, sonora, eppur Roberto se ne compiaceva come se la sentisse per la prima volta. Pareva si trovasse di fronte ad una donna sino allora sconosciuta, e che costei gli si rivelasse da ogni parola, da ogni atto. Perchè Sofìa aveva perduto la sua freddezza,