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il trionfo di lulù 27


III.


Il crepuscolo cadeva come una fine pioggerella di cenere grigia; Sofia, ritta dietro i vetri del balcone, guardava giù nella strada popolata e rumorosa. Era l’ora in cui la via Toledo diventa pericolosa pel gran numero di carrozze piccole e grandi, che s’incrociano, salgono, scendono, senza posa. Sofia pareva cercasse qualcuno con Io sguardo: ad un tratto un vivo rossore le passò sul volto, essa chinò un poco il capo, ridivenne pallida e subito rientrò nella cameretta. Non era trascorso un minuto che Lulù giunse come un turbine, sbattendo porte, scostando sedie per correre meglio:

— Che fai qui, donna Sofia Santangelo? Leggevi?

— Sì.... leggevo.

— Non hai avuto lo spirito di stare al balcone?

— E se lo avessi avuto?

— Bah! io ho dovuto stare di là, perchè Albina la sarta ha portato l’abito per questa sera — intanto fremevo d’impazienza, perchè avrei voluto esser qui. Ieri sera dissi a Roberto di met-