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20 | matilde serrao |
que il matrimonio è fatto. Resta a stabilirsi una cosa di grave momento: quando andrò dal vice sindaco, avrò un abito grigio o foglia morta? Porterò il cappello con le sciarpe o senza?
— Come corri...
— Corro? Sicuro: non vi sono ostacoli. Con Roberto ci amiamo alla follia, i nostri degni genitori sono contenti...
— E tu sposeresti un uomo così?
— Che significa quel così? Vocabolo elastico...
— Senza conoscerlo, senza amarlo?
— Ma io lo conosco, l’ho visto alle corse ed alla passeggiata! Io lo adoro! Ieri l’altro non avendolo visto, rifiutai di far colazione e presi invece tre tazze di caffè, per cercar di suicidarmi.
— E lui?
— Mi sposa, dunque mi ama! — replicò vittoriosamente Lulù.
Ma vedendo il volto di Sofia scolorirsi, si pentì di quella frase imprudente e curvandosi verso lei, le chiese con affetto:
— Ho detto qualche cattiveria?
— No cara, no, hai ragione, chi ama sposa. Il difficile è farsi amare, — e sospirò lievemente.