do tutto il corso delle vetture era alla Riviera di Chiaia, Flavia faceva voltare per l’angolo di Piedigrotta e si faceva scarrozzare pel corso Vittorio Emanuele: Ernesto faceva un circolo, prendeva per Toledo e per Salvator Rosa e le veniva incontro. Nella stagione d’inverno, nel cuore dei divertimenti, delle feste, dei balli, Flavia se ne fuggiva soletta a Sorrento e dopo tre giorni vi capitava Ernesto, annoiato della città. Sulle prime Flavia aveva un giorno di ricevimento, poi lo tolse via, vedendo che tutte le dame sue amiche lo avevano ed anche perchè il marchese si era già burlato dei giorni; il marchese aveva perduta l’inveterata abitudine di andare a caccia, ogni anno, in Calabria. Così, a poco a poco, un certo isolamento si faceva intorno ad essi; il mondo confessava sempre ad alta voce che quei due riunivano tutto lo spirito napoletano, ma sottovoce diceva che era meglio lasciare i due modelli dello spirito, alle prese fra loro. Flavia ed Ernesto non se ne accorgevano, e quando arrivò lentamente il momento in cui si trovarono soli, l’uno di fronte all’altro, sembrò loro una cosa molto semplice. Il pubblico si era un po’ allontanato ma non per nulla è stata inventata l’arte per l’arte.