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commedie di salone | 199 |
soro di forze e di gioventù. Sposare il poeta, essere la vita della sua vita, passare per tutte le sue agitazioni, dividere la sua esistenza piena di fremiti, di battaglie e di dolori!
Così si svolgeva in quella fanciulla noncurante ed allegra il dramma meraviglioso del dualismo. Si erano manifestate due potenze, ugualmente forti, opposte; le inclinazioni, sin allora indistinte e confuse, si staccarono, prendendo vie contrarie. Visse passando per questi periodi consecutivi, l’uno negazione dell’altro, che si distruggevano volta a volta, per rinascere più vigorosi e combattere da capo. Eppure essa non ne soffriva; anzi in questo fenomeno strano del suo spirito si sentiva completa e soddisfatta quasi avesse ritrovato il suo equilibrio. Quell’ondeggiamento perenne la lasciava calma, era il suo stato naturale, era spiegabile.
Flavia nasceva da un matrimonio misto: suo padre molto in alto, sua madre molto in basso, ed ognuno dei due le aveva dato una natura. Aveva con sè la tempra robusta della madre, i gusti semplici e grandi, il desio di lotta, il palpito onesto e vivace, il soffio sano e gagliardo del popolo. Del padre aveva lo squallido sentire: la delicatezza dei nervi, le aspirazioni gentili. Ingomma due coscienze; ma queste due co-