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idilio di pulcinella 177


va letto il tale libro, che le era piaciuto, specialmente un certo punto; prendesse il libro, era sul tavolo, lo aprisse a tale pagina, leggesse ad alta voce, ed egli ubbidiva sorridendo: leggeva con enfasi, comprendeva più col cuore che colla mente; ella lo ascoltava socchiudendo un poco i bruni occhi. Poi rimanevano silenziosi, fissandosi a lungo col sorriso innamorato delle labbra. Non discutevano mai: si trovavano sempre d’accordo; perchè Sofia era un po’ esclusiva, nelle sue opinioni, era inflessibile nelle sue idee; ma Gaetano, ammirandola ed amandola, s’inchinava a tutto quanto ella dicesse. Vi era in lei un sentimento così grande, così equo di probità, un disegno così completo della facile morale del mondo, che il giovane si sentiva in sua compagnia diventare più forte, più fermo, più coraggioso. L’amava come fanciulla, come donna, come amica, come sorella; gli piaceva, l’ammirava, le voleva bene, l’adorava; l’amava, l’amava, l’amava.

Ma appena uscito da quella porta, le sue ferite cominciavano a sanguinare. Egli era un mentitore, un traditore, un vigliacco, che ingannava una giovinetta nobile e onesta; era indegno del suo amore, egli il buffone, egli il Pulcinella. Sino allora la sua mente era rimasta ot-