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idilio di pulcinella 169


della prima sera gli pareva di soffrire le stesse ansie e la medesima disillusione di allora. Infine la sua vita era profondamente turbata.

Un segreto istinto lo spingeva a non ricercare la fanciulla sconosciuta; pure la rivide, seppe di lei, della sua famiglia, della sua condizione; vi era una vecchia e solita storia di famiglia nobile impoverita per cattiva amministrazione e per infelici liti, una madre ed una figliuola che erano rimaste con una piccola rendita, sufficiente a farle vivere d’una vita molto ristretta e molto borghese. Pure nelle vene della fanciulla Sofia Cantelmo scorreva un sangue purissimo ed azzurro, onde la severità scultoria della figura, l’incesso un po’ altero, le estremità lunghe e fini, e quell’aria signorile che si ha, ma che non si acquista mai. Gaetano seppe tutto questo, prese cinquanta volte al giorno la risoluzione di fuggire Sofia, di non pensarvi, di dedicarsi intiero alla sua umile vita di Pulcinella, ma il povero giovane non vi riuscì; non era stato mai innamorato, non giungeva a vincersi.

Passava le mattinate a passeggiare nella piazza Cavour, sotto le acacie degli squares, a guardare i balconi di un secondo piano, che si aprivano raramente pel suo desiderio; Sofia vi compariva solo nelle belle giornate e vi rima-