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166 | matilde serao |
dove Donna Carmela, l’amorosa, allo scarso lume d’una fumosa candela di sego, davanti ad uno specchietto di quaranta centesimi, si acconciava al collo un fazzoletto di seta rossa; aveva le guance grossolanamente cariche di bianco e di rosso.
— Mi raccomando, donna Carmela, — le disse, — un po’ di anima nella vostra scena.
— Vi pare! Con voi non c’è bisogno di raccomandazione, — ribatte lei, scoccandogli uno sguardo lusinghiero; tanto il ventesimo fidanzato non c’era! Ma Gaetano parve non ci badasse.
Infatti la scena di amore, che era anche la culminante, cioè l’ultima, fu recitata a meraviglia: Carmela vi mise dell’impegno, parve quasi che sapesse la parte: i suoi occhi ingranditi dal bistro brillavano, la voce rauca aveva quasi intonazioni d’intelligenza. Gaetano si superò; fu felice in ogni frase, fu spiritoso, fu ridicolo, fu barocco: la platea, anzi tutto il teatro andava in convulsioni pel ridere, egli stesso si sentiva in ammirazione davanti alla sua bravura — quando all’ultimo, un applauso fragoroso coronò l’opera, egli rivolse una occhiata alla giovinetta del palco, sicuro di averle fatto impressione, sicuro di averla commossa al riso. No;