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idilio di pulcinella 163


sentazione, usava di metter l’occhio al buco del sipario, ad osservare attentamente il suo pubblico; notava tutti i volti gravi, i tristi e se ne ritornava fra le quinte, fregandosi le mani, sorridendo e mormorando fra sè: «Vedremo, vedremo se ci potrete resistere». Quando aveva ottenuto l’intento e si vedeva davanti una folla di volti ridenti, si congratulava con sè stesso, come di una grande vittoria. Talvolta qualche spettatore isolato s’incapponava a rimaner serio, non sorrideva neppure ai più graziosi frizzi: allora Pulcinella, si ostinava da parte sua, s’infiammava, si moltiplicava, recitava per quel solo spettatore, fino a che lo avesse vinto e domato, sino a che lo avesse visto contrarre la bocca, in una convulsione di riso represso. Chiamava questi spettatori con una parola pittoresca ed energica: scogli.

Quella sera, aveva trovato uno scoglio ed anche durissimo; quello lì non voleva ridere, proprio non voleva. Gaetano aveva lavorato bene e molto aveva variato la trita commedia che si rappresentava, infiorandola d’improvvisazioni spiritose; ma lo spettatore non se n’era dato per inteso, era rimasto immobile ed indifferente: Pulcinella ci perdeva, lo spettatore era più forte di lui.