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rifulgevano nelle lettere, si appannavano nella casa; Maria pensava spesso che Carlo era un poco triviale nei suoi gusti e che finire con un matrimonio stupido, un amore così tempestoso, era indegno di una lettrice del Mastriani. Vi fu fra loro qualche paroletta vivace sulle illusioni smentite dalla realtà, sui miraggi, sugli inganni ottici ed altre punzecchiature simili; venne una questione, poi due, poi divennero giornaliere. Una sera Maria disse con voce irritata:

— Carlo, lasciamo stare.

— Lasciamo pure, — rispose lui senza esitare.

Ed il giorno seguente partì per un viaggio d’istruzione; Maria andò a Napoli, presso una sua cugina, per pescarvi un marito eroico. Le famiglie si ruppero di nuovo: il padre di Maria apri una finestra che dava nel cortile del suo vicino; costui per molestarlo fabbricò un colombaio, i cui colombi scorrazzavano dappertutto; subito una citazione, una seconda, una terza, i processi ricominciarono, e questa volta, dicevano gli avvocati sorridendo, senza speranza di transazione.