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98 | matilde serao |
gliettino, una breve risposta; una letterina, una letterona, ed infine dei volumi di otto o dieci foglietti che segnano il più alto punto della follia amorosa.
Ahimè! furono brevi le gioie dei due giovanotti e rapidissimo giunse il dolore a dileguarle. Furono visti, spiati, le novelle giunsero ai relativi papà e tutti i fulmini delle ire paterne, inasprite da undici processi, caddero sulla testa dei poveri amanti. Si chiusero i balconi, fu messo il catenaccio alla porta del terrazzo, si contarono i garofani sulla pianta, le passeggiate furono proibite, o almeno fatte senza annunzio, l’ora della messa fu cambiata ogni domenica — ma quei due continuarono ad amarsi. I rabbuffi, le prediche, le proibizioni, le difficoltà, non valsero che ad infiammare il loro amore: la notte, nell’inverno, Maria si alzava, si vestiva, si avvolgeva in uno scialle, con le pianelle, trattenendo il fiato, tremante dalla paura, scendeva le scale, ad un finestrino del primo piano; l’amichetto era nella strada, addossato alla muraglia. Così conversavano per due o tre ore, senza curarsi del freddo, della pioggia e del sonno perduto; conversavano senza vedersi, a cinque metri di altezza, tacendo ad ogni rumore di passante, riprendendo cautamente il discorso,