si si complicavano, i due avvocati si fregavano le mani per la gioia, e dall’aspetto che pigliavano le cose, erano sicuri di trasmettere, come preziose eredità, quelle liti ai loro figliuoli. Come era stata causata quella inimicizia fra i Pasquali e i Dericca non si poteva sapere chiaramente; da una parte e dall’altra vi erano affermazioni varie: soltanto era una inimicizia profonda e dichiarata. Essendo vicini di casa in città, vicini di terra in campagna, si incontravano spesso, guardandosi in cagnesco; le donne sentivano la messa in due chiese diverse; se le fanciulle Dericca portavano abiti azzurri, le Pasquali inalberavano subito il rosa; al Consiglio municipale i Pasquali erano sempre conservatori ed i Dericca naturalmente, sempre progressisti; quello che l’uno faceva, l’altro non avrebbe fatto per mille scudi; dove l’uno andava, l’altro non compariva. E poi pettegolezzi, maldicenze, mormorii, avidità di scandali, malignità; insomma quel corredo di piacevolezze che succedono in provincia fra due famiglie rivali. Su questo Carlo, primogento dei Pasquali e Maria secondogenita dei Dericca, pensarono bene d’innamorarsi. Gli amori delle piccole città non hanno molta varietà; per lo più sono relazioni che co-