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agenzie tenuta da una grossa donna Gabriela; n’ebbe trentasei lire, di cui ritirò soltanto trentuna, lasciandone cinque per l’interesse, la cartella e il diritto di registro. Per sei mesi, tremando che non le vendessero il suo vestito e non avendo le trentasei lire, le toccò pagare, ogni mese, cinque lire, vale a dire che restituì i quattrini presi: al settimo non ebbe neppure quelle cinque lire e il vestito fu venduto. Accorse, per vedere almeno di prendere il di più, poichè il vestito era nuovo e si era dovuto vender bene: invece era stato liberato per trenta lire, almeno così apparve dal libro. Ebbe poi il piacere d’incontrare donna Gabriela al teatro col suo vestito indosso e carica di ori e di gioielli, ricomprati all’agenzia. Poichè molte di queste donne amano sovraccaricarsi degli oggetti che hanno in deposito e più di una popolana vede passare l'impegnatrice che va alla passeggiata, portando al collo il laccetto d’oro che ella ha dovuto impegnare, alle orecchie gli orecchini di una vicina, e sulle spalle