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ricchi borghesi, arrivati a quello col lotto clandestino; si conoscono perfettamente le persone ma esse non compaiono, hanno i loro agenti. Il popolano ha una cieca fede in questi tenitori di gioco piccolo: ma bene spesso, nel pomeriggio del sabato, se il tenitore ha da pagare molte vincite, si affretta a sparire, con tutti i suoi registri, e non paga nessuno. Che importa?

La settimana appresso un’altra donna ricomincia il suo giro e la gente ci capita di nuovo, come attratta invincibilmente. Che delizia per chi giuoca e per chi prende i quattrini, frodare il governo!

Ogni tanto la questura arresta quattro o cinque di questi agenti, di queste mezzane, li condanna al carcere, alla multa; che importa? Scontano la pena, pagano la multa, escono, ricominciano da capo con più ardore. Vi è chi è stato condannato cinque volte per gioco piccolo: e ha un palazzo e si lagna della persecuzione del governo e la sua condanna la

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