Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli.djvu/23


— 15 —


pagare un affitto di casa che superi le quindici lire il mese: e deve essere un operaio fortunato. Vi è chi ne paga dieci, chi ne paga sette, chi ne paga cinque: questi ultimi formano la grande massa del popolo. Anni fa, una compagnia cooperativa edificò, verso Capodimonte, un falansterio di case operaie, chiare, pulite, strettine, ma infine igieniche: per quanto restringesse i prezzi, non potette dare i suoi appartamentini a meno di trentaquattro lire il mese.

Nessun operaio vi andò.

Vi andarono degli impiegati con le famiglie, qualche pensionato, gli sposetti poveri, insomma una mezza borghesia che vuol nascondere la sua miseria e avere la scaletta di marmo.

Quel grandissimo edificio resta lì, a far prova della miseria napoletana: anzi, anzi, gli scrupolosi e presuntuosi borghesi che vi abitano, punti nel loro amor proprio da coloro che li accusavano di abitare le case operaie, hanno fatto dipingere a grandi caratteri questa scritta,