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Il ventre di Napoli 71

ai luciani che fanno il loro comodo. Le quattro viottole cieche che salgono da santa Lucia verso la collina, valgono i fondaci del quartiere Mercato, per il luridume: i cavalcavia uniscono le case pencolanti e sbuzzanti, le cordicelle vanno da un balcone all’altro, un lumicino innanzi a una Madonnina nera illumina soltanto la viottola, dove va a cadere tutto il sudiciume di quella gente.

Non vi è più marciapiede, verso il mare: i luciani se lo pigliano tutto, per le nasse e per le fiasche dell’acqua sulfurea. Neil’estate, anzi, dormono sul marciapiede o sul parapetto e brotolano contro colui che osa passare e svegliarli. Verso le case, non vi si accosta nessuno: lì, per scherzo, volano i torsi di spighe e le buccie di fichi e le cantine mettono le tavolelle dei bevitori, nella via.

I luciani sopportano che il tram passi per la loro via, ma vi bestemmiano, contro, spesso e volentieri, poiché è una usurpazione della loro strada: le venditrici di acqua sulfurea paiono tanti uomini vestiti da donne, con gli zoccoli dal tacco alto, la gonna corta legata sullo stomaco, le rosette di perle sostenute con un filo nero all’orecchio, perchè non si spezzi il lobo, pel peso. Sono natural-