Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/85


Il ventre di Napoli 67


Il capraro e la sua capra ridìscendòno, galoppando, dando di petto, contro qualche infelice che sale e che non aspetta questo incontro: giù, alla porta, è un combattimento fra il capraro e le sue capre per farle muovere, fino a che queste prendono una corsa sfrenata, massime quando si avvicina la sera e sanno che ritornano sul le colline

In tutte le città civili, queste mandre di bestie utili ma sporche e puzzolenti, queste vacche non si vedono per le vie: il latte si compra nelle botteghe pulite e bianche di marmi.

A Napoli, no: è troppo pittoresco il costume, per abolirlo. Nessun municipio osa farlo. La gran riforma, in venticinque anni, è stata che non potessero, girare per le strade i maiali, come era prima permesso.

Un’altra cosa molto pittoresca, è il sequestro dell.e strade, fatto per opera dei piccoli bettegai o dei rivenditori ambulanti. Che quadri di colore acceso, vivo, cangiante, che bella e grande festa degli occhi, che descrizione potente e carnosa, potrebbero ispirare a uno dei moderni sperimentali,