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66 Il ventre di Napoli

nierino|panierino con molta precauzione, per non versare il latte; poi sbattono rabbiosamente le finestre.

Queste vacche si fermano innanzi a ogni porta, nel loro giro mattinale: dove le serve dormono ancora, il vaccaro grida forte, acalate o panaro; se non sentono, batte forte il campanaccio della vacca. È un quadro pittoresco, mattinale: quelle vacche tutte incrostate di fango, quel vaccaro dalle mani nere che sporcano il bicchiere, quelle serve scapigliate e discinte, quelle comari dalla camiciuola macchiata di pomidoro.

L’altro lato del quadro, è nel pomeriggio; dalle quattro alle sei, uno scampanellìo acuto e fitto: sono le mandre di capre che scorazzano per tutte le vie della città, ogni branco guidato da un capraro, con un bastone.

A ogni portone il branco si ferma, si butta a terra, per riposarsi, il capraro acchiappa una capra, e la trascina dentro il portone, per mungerla innanzi agli occhi della serva, che è scesa giù; talvolta la padrona è diffidente, non crede né all’onestà del capraio, né a quella della serva; allora capraio e capra salgono sino al terzo piano, e sul pianerottolo si forma un consiglio di famiglia , per sorvegliare la mungitura del latte.