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Il ventre di Napoli 59

e imperioso. In un posto ha da esigere una lira, in un altro due, in un altro cinque: e non osano ribellarsi a lei, non avendo da pagarla, non osano ribellarsi, potendo aver sempre bisogno di lei. Quella donna grassa è implacabile, sa la sua potenza: se una serva non paga, essa minaccia di fare uno scandalo con la padrona, se una donna non paga, essa minaccia di dirlo al marito, se un operaio non paga, essa sa l’indirizzo del capo officina, a cui va a denunciarlo. Ella è astuta e cauta, audace e sboccata: ella resta sempre nella posizione di una benefattrice, a cui codesti ingrati rodono le fibre e bevono il sangue. E infatti nessuno le dà una coltellata, nessuno la bastona, nessuno la insulta, e quel che più è forte ancora, nessuno ha il coraggio di negarle i quattrini: l’onestà del popolo napoletano non è neppur capace di truffare una usuraia. Non le danno neppur torto nelle sue escandescenze: e cercano sempre di mansuefarla.

Quando una povera donna napoletana ha bisogno di un grembiule, di un vestito, di un fazzoletto da collo, di un paio di camicie, non avendo quattrini per comperarle, si decide ad andare da donna Raffaela che dà la robba cu a credenza. Que-