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58 Il ventre di Napoli

le confessa di essere stata egualmente alle strette, e la manda via, tutta racconsolata, con le cinque lire, vale a dire con quattro lire e mezzo. Il prestito è fatto per otto giorni, l’interesse è di due soldi per lira. Si paga anticipato: quindi, sulle cinque lire, la povera donna lascia cinquanta centesimi. Gli otto giorni passano, le cinque lire da restituire la povera donna non le ha, allora, tutta rossa di vergogna, prega donna Carmela di contentarsi di un’altra settimana d’interesse, cinquanta centesimi: donna Carmela non dice nulla e intasca i dieci soldi. Così passano quattro, cinque, fino a dieci settimane, senza che la povera donna abbia mai potuto riunire le cinque lire: e ogni lunedì le tocca pagare l’interesse del dieci per cento per settimana, e dopo la quinta settimana donna Carmela è diventata una iena, bisogna pregarla perchè non gridi, perchè non faccia delle scene, essa vuole il suo denaro, vuole il sangue suo, l’interesse non le serve, le servono i quattrini del capitale. Sulla soglia delle porte, nei bassi, alle porte delle officine, ogni sabato, ogni lunedì si ode la voce irosa di donna Carmela: essa, dal mattino, è in giro per esigere, ricoglie e fa tremare uomini e donne, con il suo tòno alto