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Bisogna sventrare Napoli 31

religiosa del popolo napoletano fosse cessata. Di questi altarini, con un paio di ceri innanzi, ve ne sono ad ogni angolo di strada, nei quartieri popolari, in certe tali feste. Li fanno i bimbi è vero: ma le madri sorvegliano, le sorelle grandi chiedono l’obolo ai passanti, un pò ridendo, un pò pregando. Per le feste più grandi, con lampioncini alla Ottino e festoni variopinti, il popolino si quota per un anno, e un vicolo la vuol vincere sull’altro: accadono risse, corrono coltellate per questa emulazione. Queste illuminazioni sono pittoresche e fanno andare in estasi gli artisti — razza di egoisti che se ne stanno immersi nella contemplazione del loro Buddha, che è l’arte. Ancora: quando una donna si salva da una grande infermità, per ringraziare Dio, scioglie il voto di andare cercando l’elemosina, per tutte le case del suo quartiere; sale, scende, con le gambe malferme, con la faccia scialba, ricevendo rifiuti secchi e porte battute in faccia. Non importa, bisogna sopportare, è il voto. Tutto quello che raccoglie, va alla chiesa. Quando un bimbo è malato, lo votono a san Francesco: quando risana, lo vestono da monacello, con una tonaca grossolana, col cordone, coi piedini nudi nei sandali, con la chie-